STEP#28-LA SINTESI FINALE






Ed eccoci qua siamo arrivati alla fine di questo ''viaggio'' in cui abbiamo sviscerato per modo dire il nostro oggetto, la macchina aerofotogrammetrica, uno strumento particolare e antico che molto probabilmente è sconosciuto ai più. Con quest'ultimo post ci tengo a fare un breve ripasso che riprenda i concetti fondamentali trattati nei vari step al fine di offrire al lettore un quadro generale e nel facilitarlo alla consultazione di questo blog.

Devo ammettere la prima volta che ho letto il nome dello strumento assegnatomi mi sono spaventata perché non ne conoscevo l'esistenza e soprattutto perché è stato difficile inizialmente reperire le informazioni richieste ma non mi sono arresa e armata di pazienza e curiosità ho iniziato questo percorso.

Sono partita innanzitutto ad analizzare il nome dello strumento, la sua etimologia e le sue traduzioni in alcune lingue, questo passaggio si è rivelato di fondamentale importanza soprattutto perché mi ha aiutata a svolgere le ricerche successive, in seguito ho inserito un'immagine che riguarda il primo esemplare di macchina aerofotogrammetrica si può bene capire qui che inizialmente erano piuttosto ingombranti e possedevano dimensioni ben maggiori di quelle attuali. A questo punto sono andata ad illustrare i componenti di cui è composto lo strumento attraverso un glossario, i materiali che lo caratterizzano e in seguito ho analizzato l'anatomia dell'oggetto offrendo al lettore una dissezione che ne mostra gli ''organi'', ovvero le parti interne.  Successivamente sono passata ad analizzare la scienza a cui appartiene lo strumento, l'aerofotogrammetria ,e il principio fisico  e chimico che stanno alla  base del suo funzionamento. Ho scoperto che la macchina aerofotogrammetrica ha origini molte lontane e discende, se cosi possiamo dire, direttamente dalla macchina fotografica e che  sono molti coloro che hanno contribuito e portato alla sua invenzione e alla fine alla sua costruzione , in particolare importanti furono le figure di  Umberto Nistri,Ermenegildo Santoni, il quale fu il primo a brevettare lo strumento , e il lavoro di aziende importanti come la Fairchild Aerial Camera della quale è riportato anche il marchio. Fantasticando un pò sono andata alla ricerca di un simbolo, ho scelto non a caso la piramide che fa riferimento ad un problema geometrico tipico dell'aerofotogrammetria , e di un  mito,che mi hanno permesso di avvicinarmi di più allo strumento creando una sorta di storia e di ''anima'' attorno a quest'ultimo. La macchina aerofotogrammetrica è protagonista anche di vari libri ,fumetti e francobolli che contribuiscono alla conoscenza di quest'ultima e a farla ''vivere'' negli anni, ma non solo la troviamo anche in alcuni film e pubblicità che hanno contributo alla sua divulgazione. Attraverso  Google Ngram Viewer  ho effettuato un' analisi su quanto e quando il  termine macchina aerofotogrammetrica e le parole ad essa attinenti siano stati utilizzati e sempre con le parole ho giocato per così dire creando un  abbecedario in  cui ogni lettera corrisponde ad un termine collegato allo strumento ma non solo ho giocato anche con i numeri e quest'ultimi mi hanno aiutata a collocarlo ancora di più in un contesto storico e sociale. Ho realizzato un piccolo manuale d'uso in modo tale da facilitare al lettore la comprensione del funzionamento dello strumento ,riportando anche la normativa da rispettare per poter utilizzarlo, e per finire ho  organizzato i concetti fondamentali grazie ad un albero tassonomico ed una mappa concettuale.  Ah dimenticavo , ovviamente non potevo non lasciare una piccola traccia di me attraverso gli oggetti che più mi rappresentano e che fanno parte della mia vita !

Bene cari lettori si conclude qui questo cammino, non è stato semplicissimo ma mi ritengo fortunata perché ho acquisito nuove conoscenze e spero di averle trasmesse nel migliore dei modi ma soprattutto mi ha reso più consapevole del potere, del fascino e del mistero che a volte si cela dietro ad un oggetto.

 

''Certo un oggetto può piacere anche per se stesso, per la diversità delle sensazioni gradevoli che ci suscita in una percezione armoniosa; ma ben più spesso il piacere che un oggetto ti procura non si trova nell'oggetto per se medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d'immagini care. Né noi lo percepiamo più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi o che le nostre abitudini vi associano. Nell'oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l'accordo, l'armonia che stabiliamo tra esso e noi, l'anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi''
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, 1904





 

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